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al testo di Redazione LaRecherche.it
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Non sono più vivo se penso di essere umano, preferisco confinato rifiuto degradato. Con Demetra scompaio sui fiori della notte, la corolla spezzata, la radice inquinata, nel marcio frantumato, lentamente, sempre lentamente, cadono bruciate cortecce. Io so profondo il desiderio d’essere estraneo all’usuale e lento accanimento della vita. Non mi è sufficiente essere ordinario. Male è sopportare questa futile arsura, spina, dovunque è fatica, la mente si asciuga (contatto infezione officina): versi ho timore di vomitare, sangue dalla bocca, versi senza direzione, versi contro tutti i versi, e vivo di verde e di contaminazione, versi da macello, desolato trasportarmi per una landa brulicante di vermi versi.
(da Asfalto, La Vita Felice, 2014)
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